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LA STAZIONE TERMINI, VIAGGIO NEL TEMPO
(prima parte) 

I turisti che oggi arrivano a Roma in treno, trovano ad accoglierli una stazione piuttosto bella e funzionale, con negozi, librerie, bar, ristoranti e un'area per le esposizioni d'arte. È la nuova Stazione Termini: 'nuova' perché la costruzione, progettata negli anni Trenta del XX secolo dall'architetto Angiolo Mazzoni, è stata ristrutturata da poco tempo, per il Giubileo del 2000. 
Il nome Termini deriva dalla sua vicinanza alle antiche Terme di Diocleziano, ma il quartiere in cui si trova è abbastanza moderno, perché è nato dopo il 1870, quando Roma è diventata capitale del Regno d'Italia (foto a destra).

 

Secoli XVI - XIX

Per circa tre secoli l'area dove si trova la Stazione Termini è stata occupata da una bellissima villa rinascimentale, la più grande costruita dentro le mura aureliane e una delle più sontuose. Era la villa del cardinale Felice Peretti, poi diventato papa col nome di Sisto V e famoso "innalzatore di obelischi".

Dal 1576 il grande architetto Domenico Fontana aveva lavorato alla realizzazione di questa villa. Si trattava di un'area vastissima, con edifici (come il Palazzo alle Terme e il Casino Felice), viali alberati, giardini, frutteti, fontane, peschiere e numerosissime statue, antiche e moderne (ad esempio, il Nettuno e Glauco di Gian Lorenzo Bernini, che oggi si trova al British Museum). La facciata principale era a occidente, proprio davanti alle rovine delle Terme di Diocleziano. Era un luogo incantevole, ammirato dai viaggiatori stranieri che venivano a fare in Grand Tour in Italia.
Nel 1696 la villa era stata venduta al cardinale Giovanni Francesco Negroni, e nel 1789 era stata acquistata dal marchese Camillo Massimo.

 Quando nel 1865 i papi decidono di costruire una grande stazione ferroviaria, i Massimo vendono la loro proprietà alla Chiesa. I lavori continuano con lo Stato Italiano, dopo il 1870: a mano a mano che si va avanti con la stazione, vengono distrutti gli edifici, i giardini, le fontane della villa: la distruzione è totale. Si salva solo la cosiddetta Fontana del Prigione, che è stata ricollocata, sia pure senza la statua di prigioniero che gli ha dato il nome, sul Gianicolo (via Manara). Con i lavori urbanistici di Roma capitale, alla fine del XIX secolo, la distruzione sarà la sorte riservata alla maggior parte delle ville romane, in particolare alle ville esquiline.

Certo, la stazione progettata per i papi dall'architetto Salvatore Bianchi è molto elegante: la struttura centrale ha una copertura in ferro e vetro, come andava di moda nell'architettura di fine secolo, ed è fiancheggiata da due edifici "gemelli" più classicheggianti, con tante colonne e cornici scolpite (foto a destra).
Dopo sessant'anni questa bella costruzione verrà abbattuta per realizzare l'attuale stazione del Mazzoni.