L'ISTRUZIONE E IL FUTURO
Rita Levi Montalcini è [stata - ndr] sempre convinta che l'istruzione è 'la chiave del progresso di un Paese' e che si deve investire nella formazione delle nuove generazioni, perché rappresentano il futuro. A questo obiettivo sono dedicate tre sue creazioni, che operano a livello sia internazionale che nazionale.
La Fondazione Levi-Montalcini Onlus, costituita nel 1992 in memoria del padre Adamo Levi. Il motto della Fondazione è "Il futuro ai giovani. Un futuro alle donne africane": i progetti puntano all'istruzione professionale e culturale delle giovani generazioni in molti Paesi africani in difficoltà, con un'attenzione particolare alle donne, perché possano svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo politico, sociale e culturale dei propri Paesi.
L'Associazione Levi-Montalcini, nata nel 2002 e finalizzata alla "promozione sociale". Otto centri di orientamento, dislocati in varie regioni italiane, hanno lo scopo di aiutare i giovani a scegliere
il lavoro, manuale o intellettuale, per il quale si sentono più portati.
Inoltre l'Associazione fornisce un aiuto economico (borse di studio, sovvenzioni per rette scolastiche e libri di testo) ai ragazzi in difficoltà e promuove la partecipazione di giovani ricercatori a corsi presso centri di eccellenza nazionali e esteri.
Rita Levi Montalcini ha inoltre fondato nel 2002 l'EBRI (European Brain Research Institute), un centro di ricerca scientifica internazionale che si occupa esclusivamente delle neuroscienze e che ha sede a Roma. Un modo per valorizzare gli scienziati italiani e favorire il rientro di quanti erano 'emigrati' all'estero a causa della scarsità di centri di ricerca nel nostro Paese. Un'istituzione di eccellenza, indipendente, che mette al primo posto il merito e non ha referenti o padrini né nella politica né nell'economia.
Forse è per questo che l'EBRI ha rischiato la chiusura. I finanziamenti che lo sostengono non sono sufficienti: scarsi quelli pubblici, incredibilmente ridotti quelli privati (mica siamo in America, dove le aziende fanno a gara per finanziare la ricerca!). Così, nel mese di settembre (2009) ha ricevuto un'ingiunzione di sfratto con la richiesta di lasciare la sede entro il giorno 30. Fortunatamente il 13 ottobre il Tribunale di Roma ha stabilito che l'Istituto deve rimanere nella sua sede per scongiurare "la compromissione dei progetti di ricerca già avviati da anni".
Insomma, abbiamo evitato in extremis una brutta figura planetaria: sfrattare un premio Nobel e una cinquantina di scienziati e ricercatori...
Come testimoniano recenti affermazioni di importanti ministri di questo Governo (Renato Brunetta e il "culturame parassitario", video su TouTube), quando si parla di istruzione e di conoscenza molti politici sembrano far propria la celebre frase attribuita a Goebbels: "Quando sento la parola cultura, metto subito mano alla pistola".